Il prelievo dei campioni di terreno superficiale può essere fatto utilizzando degli utensili manuali (spatola o paletta metallica) quando si preleva il top soil per la ricerca di sostanze poco miscibili in acqua e quindi hanno scarsa tendenza a penetrare il terreno come soluzione acquosa.
Nel caso di campioni profondi provenienti dalla carota di carotaggio meccanico, sarà importante conservarli in cassette catalogatrici opportunamente rivestite con cellophane al fine di proteggerle da contatti con agenti endogeni. In quest’ultimo caso si dovrà prima rimuovere la parte esterna della carota stessa, che è quella che ha subito le maggiori alterazioni dovute al contatto con il carotiere, e poi prelevarne il nucleo avendo cura di eliminare la sua frazione più grossolana.
Il campione deve rappresentare la matrice da cui proviene in modo tale da poter offrire, mediante l’analisi chimica o granulometrica, un quadro rappresentativo della qualità di matrice e di analisi effettuata. L’efficacia di un buon campionamento dipende strettamente dalla quantità di campioni prelevati: maggiore il numero dei campioni, maggiore la sua rappresentatività. I campioni possono essere puntuali quando provengono da singoli prelievi o composti quando sono costituiti da due o più aliquote di terreno provenienti da punti diversi che vengono miscelate a formare un unico campione.
Per quanto riguarda il campionamento dei composti organici volatili è preferibile adottare tecniche di perforazione tipo direct push piuttosto che il carotaggio a rotazione.
Qualora il prelievo del terreno da sottoporre ad analisi di COV (composti organici volatili) avviene direttamente dalla carota di carotaggio si dovranno utilizzare degli appositi campionatori a siringa. Il prelievo dei campioni di acqua di falda a diverse profondità può essere fatto attraverso l’installazione di piezometri o la realizzazione di pozzi che differiscono dai primi per il loro diametro maggiore. |