Il metodo consiste in primo luogo nella generazione delle onde sismiche di tipo P longitudinali o di compressione e onde tipo SH di taglio o trasversali mediante l’impiego di una mazza battente di 12Kg e di una piastra quadrata di ferro di pari massa disposta rispettivamente sulla superficie del terreno o appoggiata verticalmente sulla testa di una trave in legno accoppiata quest’ultima con il terreno.

Attraverso l’impiego di un sofisticato sismografo a somma di impulsi è possibile registrare i tempi di arrivo delle onde sismiche ai geofoni e quindi avere informazioni sulle profondità dei vari strati o livelli rispetto alla superficie topografica e quindi risalire alla tomografia delle velocità sismiche.

La tomografia sismica di un dato profilo di terreno è utile per valutare le inomogeneità e variazioni laterali in terreni in cui queste non forniscono riflessioni o rifrazioni registrabili con le normali metodologie tradizionali.

La matrice delle velocità ottenuta dalla tomografia è utilizzabile anche per la determinazione della Vs30.

Le onde SH (onde di taglio) differiscono dalle onde di compressione (onde P) perché non sono influenzate dal grado di saturazione del terreno e perciò forniscono una correlazione migliore tra la loro velocità e la natura litologica del terreno. In secondo luogo dimostrano una più bassa  frequenza e minore lunghezza d’onda così che possiedono un miglior potere risolutivo sugli strati di piccolo spessore. Infine le onde Sh possiedono una migliore penetrazione nei sedimenti rispetto a quella che possiedono le onde P.